La perdi di vista un attimo e la ritrovi in un’altra dimensione: nella città ragnatela… Grazie Giulia Parrucci per come hai saputo stimolare la fantasia dei nostri bimbi!
Autore: admin
Monica Leonelli, educatrice Nido Totem
Nei laboratori di BimboTeatro viene costantemente stimolata l’immaginazione e la creatività del bambino. I nostri amici, puntino giallo e puntino blu, prendono vita ed alcuni bambini ne sentono addirittura le voci! Negli ultimi laboratori noi educatrici ci siamo rese conto di quanto sia importante rispettare i bambini conservando lo spirito dell’infanzia che ognuno porta dentro di se. Piccolo blu e Piccolo giallo aiutano i piccoli a non smarrire il loro originario senso di curiosità verso il mondo! Questo è un vero e proprio investimento per il futuro! I bimbi sono degli sperimentatori nati, e stanno dimostrando di avere sempre maggiore interesse per i molteplici stimoli offerti da questa innovativa esperienza. Seguendo un ritmo del tutto naturale privo di forzatura, ogni bambino sviluppa mano a mano capacità d’inventiva e tutto ciò ci lascia ogni giorno sempre più sorprese. BimboTeatro svela parti nascoste meravigliose di ogni bambino che spesso nel quotidiano fanno fatica ad emergere.
Paola Cipriani, corso Teatro d’Infanzia 2016/2017
L’esperienza di questo corso mi ha dato la possibilità di conoscere e riflettere sul teatro come visione consapevole, sul teatro come gioco. Sul teatro come metodologia, che non è metodo, e non è tecnica, ma ricerca e sperimentazione, teatro che non è recita, teatro come visione, teatro come arte del costruire il senso delle cose. Teatro come forma di benessere, teatro che supera gli stereotipi.
Johana Alexandra Primavera, corso Teatro d’Infanzia 2016/2017
E allora, largo alla teatralità di BimboTeatro, alla metodologia che non vuole essere metodo, figlia di esperienze vissute interiormente, rielaborate in maniera introspettiva, il cui il cuore e la mente si fondono per dare luce, spazio, colore al Sé. In un mondo così meschino, dissociato e ripetitivo, i bambini hanno bisogno di trovare spazio per essere ciò che sono, semplicemente bambini, non strumenti di vanto, di post e di like, ma protagonisti con il proprio esserci senza fronzoli, no filter, no hashtag. Bambini che ridono, che aspettano, che si emozionano, che ritrovano il bello di comunicare con uno sguardo sulle persone che ha di fronte senza dover per forza apparire, semplicemente essere.
Monica Leonelli, corso Teatro d’Infanzia 2016/2017
Tutti sappiamo cosa sia intuitivamente un’emozione, sebbene non sia facile fornire una definizione. Più di un secolo fa, William James sostenne che l’emozione è radicata nell’esperienza corporea: uno stimolo che induce emozione, sollecita reazione viscerali e comportamenti volontari come correre o esprimersi a gesti. L’esperienza fisica permette di sentirsi “attivi” stimolando l’esperienza soggettiva. Risulta evidente come il Teatro d’infanzia possa facilitare tali processi, esso permette la sperimentazione di diverse emozioni e cosa più importante viverle, riconoscendole tutte come parti integranti della vita. Il tutto avviene in maniera naturale e fluida, senza forzature o induzioni. Il flusso d’emozione che circola è carico d’energia, ed è sempre diverso, il che permette di coglierne diverse sfumature. Nella mia piccola e modesta esperienza ho visto i bambini maturare grazie a BimboTeatro, crescere verso un processo di arricchimento e riconoscimento emozionale. Il loro modo di “vivere” la storia è andato sempre crescendo, e lo straordinario sta nel vedere come i piccoli riescano a riportare, ad estrapolare, diverse situazioni ed emozioni e trasportarle nel quotidiano. Ricordiamo che BimboTeatro non crea piccoli attori per la recita di fine anno, ma lavora sulla costruzione di sane emozioni. Non demonizziamo sentimenti di aggressività nei bambini, ma canalizziamoli verso divertimento e creatività
Manuel Rapino, corso Teatro d’Infanzia 2016/2017
Un teatro fisiologicamente emozionale per un bambino felice. Questa è la sfida che, a mio avviso, si pone BimboTeatro, metodologia attraverso la quale il teatro viene esperito e vissuto dal bambino come esigenza emergente. Tale approccio afferma un nuovo modo di fare teatro per bambini che parte dai reali bisogni affettivo-relazionali di questi ultimi. […] Un teatro fisiologico è un teatro che ascolta il bambino e lo accompagna nell’acquisizione di competenze che egli stesso esperisce in prima persona (Learning by doing). Il teatro fisiologico è un teatro rispondente all’esserci del bambino, al suo perdersi e ritrovarsi sempre arricchito, grazie alla forza delle esperienze vissute nel qui ed ora.
Fiorella Paone, corso Teatro d’Infanzia 2016/2017
C’era una volta… e sempre c’è e cresce un grande amore per il teatro che le prime due giornate di corso di perfezionamento in Teatro d’Infanzia hanno non solo confermato, ma anche rafforzato e nutrito. La condivisione, il contatto, il fare insieme, mettendo in gioco il corpo e le emozioni, mi hanno aiutato a scivolare sulla “strada magica” della mia storia, sui percorsi che passo dopo passo hanno costruito la mia identità, riscoprendo un senso di appartenenza ad una comunità di valori e pratiche che è fatta di cura di sé e dell’altro, di rispetto per l’infanzia e i suoi bisogni, di senso di responsabilità, di coraggio, di umiltà e di desiderio di mettersi in gioco.
Rosaria Maggi, corso Teatro d’Infanzia 2016/2017
Il corso mi ha dato anche la possibilità di ampliare le mie competenze: essendo insegnante di scuola dell’infanzia, ritengo la metodologia di BimboTeatro essere una modalità preferenziale per lo sviluppo integrale del bambino permettendo di creare un ambiente sicuro e motivante, un ambiente ricco di stimoli che possono rispondere in pieno a tutte quelle che sono le intelligenze del bambino toccando lo sviluppo integrale cognitivo percettivo sensoriale motorio.
Fabiana Colangelo, corso Teatro d’Infanzia 2016/2017
La premessa che sottende la metodologia BimboTeatro è una “fiducia nella modificabilità delle situazioni”, un intento chiaro a “restituire l’esercizio del pensiero critico e progettuale”, una premessa in cui è insita anche una promessa: quella di ritrovare la bellezza che mai ci ha lasciato. Abbiamo piuttosto perduto gli occhi per vedere, le orecchie che non solo sentono, la ascoltano e il silenzio che non solo tace, ma parla. Come possiamo tornare a vivere i nostri sensi e attraverso di essi cogliere il senso della vita: mediante l’educazione. E dunque la domanda urgente è “a cosa bisogna educare” e “come”?